Da un pò di tempo, mi è tornata la passione per la fotografia “istantanea” e tra le macchine che ho iniziato a collezionare, non poteva mancare la Polaroid SX-70, costruita in diversi modelli tra il 1970 ed il 1980, che ha diverse particolarità.
Iniziamo con il dire che è caratterizzata da un’apertura a soffietto, che le permette, da chiusa, di occupare pochissimo spazio, assomigliando un pò ad una scatola di sigari.
Girandola e guardando il fondo della macchina, troviamo il foro filettato per l’attacco del cavalletto.
Altra particolarità, sta nel fatto che è una fotocamera reflex, ovvero, con un sistema di specchi, permette di vedere nell’oculare, esattamente ciò che viene inquadrato dall’ottica (che a differenza di altri modelli, è di qualità superiore). Al momento dello scatto, lo specchio si solleva, riflettendo l’immagine ripresa sulla pellicola.
Utilizza le pellicole che danno il nome alla macchina, ovvero SX-70, con una sensibilità di circa 100-150 iso.
Da aperta ha una forma caratteristica e penso che oltre ad essere una discreta macchina fotografica, è anche un bellissimo oggetto di design.
Aprendo il portellino anteriore, è possibile caricare il “pacco” di pellicole, attualmente da 8 pose, che al proprio interno contiene anche il pacco batterie che alimenta la macchina.
Ecco un dettaglio del mirino.
Il modello in prova, ha la messa a fuoco manuale, ma ne sono stati costruite anche modello autofocus, che utilizza un sistema ad ultrasuoni, che permette la messa a fuoco anche in condizione di luce precaria (non sfruttando appunto la luce).
Sulla parte frontale, possiamo vedere i pochissimi comandi che in realtà richiamano le altre Polaroid, ovvero: il pulsante di scatto, la ghiera per la messa a fuoco, quella per sovra-sottoesporre, vicino alla finestrella dell’esposimetro. Al centro l’ottica, con la scala metrica. Più in alto, l’attacco per il flash.
Il fuoco è compreso tra 30 centimetri e infinito. Data la distanza minima di fuoco, relativamente ridotta, è possibile realizzare scatti molto ravvicinati.
Ecco un dettaglio dell’obiettivo composto da 4 elementi in vetro e focale da 116mm.
Qui il dettaglio del pulsante di scatto e la ghiera per la messa a fuoco manuale.
E questa invece è la rotella per la correzione esposimetrica.
La SX-70 è una reflex automatica, quindi per ogni foto sceglie tempi (compresi tra 1/175 e 20 sec.) e diaframmi (f8 – f22).
Con questa ghiera, possiamo scegliere se sovraesporre o sottoesporre il nostro scatto.
Ora non resta che inserire il nostro pacco di pellicole, scattare le nostre istantanee e attendere lo sviluppo.
Giuseppe Senese
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