Ed eccoci al primo di una serie di articoli dedicati al flusso si lavoro dallo scatto alla stampa.

In realtà, l’operazione che andremo a descrivere è da realizzare in una fase antecedente allo scatto.

Vediamo di cosa si tratta.

Vi è mai capitato di fotografare un soggetto e poi esaminando l’immagine a monitor avete notato che non c’era la nitidezza che vi aspettavate?

Guardate meglio, sembra mossa o più semplicemente è fuori fuoco.

Eppure avete usato tutte le accortezze del caso… tempi di sicurezza, fotocamera ben salda, avete ripetuto la messa a fuoco più volte… nonostante ciò sembra proprio che il punto a fuoco dell’ immagine non sia quello da voi prescelto.

Sappiate che ciò è possibile. Per vari motivi, un accoppiamento corpo macchina – ottica, potrebbe soffrire di “front focus” o “back focus”, ovvero, anche se avete deciso un punto da mettere a fuoco, in realtà questo punto è un po più avanti o più indietro rispetto a quello prescelto.

Se utilizzate ottiche luminose e scattate a tutta apertura, il tutto sarà reso ancora più evidente dalla ridotta profondità di campo.

Cosa fare per correre ai ripari?

Innanzitutto,  verificare la situazione è dove possibile correggere l'”errore” o in casi estremi rivolgersi all’assistenza.

Ci sono dei sistemi “fai da te”, come: il metodo delle tre batterie, del righello su di un piano o in alternativa ai metodi caserecci, si può acquistare (o costruire) una mira per la verifica della messa a fuoco come quella nelle foto seguenti.

Vediamo insieme le varie fasi di questa operazione.

Con mira ben in piano, mettiamo a fuoco con l’AF al centro, scattiamo e verifichiamo la foto ingrandendo la zona millimetrata.

In questo caso, si può notare che il fuoco è un pò oltre quindi bisogna correggere il back focus.

Se invece il fuoco va a cadere più vicino alla fotocamera, si tratta di Front Focus (vedi foto seguenti).

Attenzione, il valore numerico letto sul righello è solo indicativo.

Entriamo nel menù della fotocamera e cerchiamo la regolazione fine del fuoco.

Modifichiamo il valore di defolt e ripetiamo la verifica della messa a fuoco con un nuovo scatto.

Riguardiamo nuovamente il dettaglio del righello, se adesso il fuoco è esattamente sullo “0”, allora è tutto ok, altrimenti effettuiamo una nuova correzione.

Ora siete pronti ad ottenere foto perfettamente a fuoco.

Se invece nonostante la regolazione fine non si ottengono i risultati attesi, forse è il caso di rivolgersi all’assistenza per le verifiche del caso sull’attrezzatura.

Ma allora è tutto risolto? Si e no. Perchè?

Perché viene consigliato di effettuare tale verifica sul nostro obiettivo (ad esempio un 50mm 1.8) considerando la distanza alla quale generalmente usiamo l’ottica generalmente.  Questo vuol dire che a distanza diverse, il valore potrebbe essere leggermente diverso!

E ancora, se l’ottica in esame è uno zoom (ad esempio un 24 -70mm 2.8), viene consigliato di verificare il fuoco, alla distanza che pensiamo di utilizzarla maggiormente, ma anche alla focale che usiamo più spesso…

Ricordatevi che dovete ripetere la stessa operazione con tutti gli obiettivi che avete e se siete in possesso di un secondo corpo macchina, le stesse verifiche bisogna farle anche su quest’ultimo con tutte le ottiche.

Giuseppe Senese

© RubricaFotografica.it

Regolazione fine del fuoco – Flusso di lavoro dallo scatto alla stampa – parte 1
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